Perché modelli lo sono. Pure nel rifiuto "minimalista" di Gianni Pontillo emerge netta - scusate la citazione - la perdita dell'aura. Solo che questa volta non avviene a causa della ripetizione e della serialità, ma per il blocco quasi fisico che l'antico si trova dinanzi non appena vuole riflettersi nella nostra epoca. Ecco, traspare qua­si, da questi quadri, la muta denuncia che migliaia di statue, di reperti, di cocci ci fanno, forse troppo debole perché noi prestiamo attenzione. E' la protesta di chi si trova fermo da secoli ai margini di una cultura che a parole esalta i "beni culturali" e poi, appena può, li maltratta senza nemmeno chiedere scusa, lascia chiusi musei che potrebbero essere gioielli, interviene con pietosi restauri solo quando la denuncia pubblica diventa allarmante.
Pontillo, forse, apre una strada nuova; quella in cui l'artista riscopre il suo lavoro come attività sociale, e non si ferma al momento estetico dell'immagine. Del rapporto tra pittore e società sono pieni i volumi di tutte le biblioteche: questa potrebbe essere una pagina ancora non letta.
                                                                             Sergio Guarino

 

1988  -  Roma - Personale allo Studio d'Arte Fraticelli 
 
nella notissima via Margutta


                            testo critico di Sergio Guarino